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Contro la Virtus Entella parola d’ordine vittoria

PAROLE, PAROLE…

Dopo il ritiro farsa e la fantasiosa conferenza stampa del presidente torniamo al calcio giocato, che è meglio!  Altro scontro salvezza per i gialli che devono dimostrare di avere gli attributi necessari per finire il campionato con dignità. Viene chiesto di stare vicino alla squadra: ma è mai mancato l’apporto dei tifosi?

LA VOCE DEL TIFO

Le ultime da casa Caliendo.

Martedì 7 aprile il Presidente Caliendo ci ha deliziato con un’altra delle sue ormai note conferenze stampa, che finiscono poi sempre per essere lunghi sproloqui infarciti di vere e proprie perle, dichiarazioni e ragionamenti che rimarrebbero indimenticabili se nel giro di due o tre giorni non ne arrivassero altri ancor più clamorosi. Gli organi di stampa hanno riportato e faticosamente sintetizzato le parole di Caliendo, evitando, come d’uso, di commentare, e rettificare ove necessario, le sue affermazioni. L’impresa è complessa per quantità e qualità, ma in questa sede ci assumiamo l’onere di annotare alcune dichiarazioni del Presidente, che inseriamo tra virgolette avendole tratte dalle testate cartacee e on-line.                          

1) A proposito del ritiro iniziato e già finito: “Guardando in faccia i giocatori ho capito che ognuno ha la professionalità necessaria per dare il massimo in ogni partita”. Questa è una di quelle affermazioni non richieste che fanno pensare che sia vero l’opposto. Soprattutto se poco dopo Caliendo afferma riguardo alla sconfitta di Avellino: “Sono successe cose strane…mi è sembrato di vedere una partita tra scapoli e ammogliati”.

2) A proposito delle contestazioni nei suoi confronti: “Chi mi offende, si offende da solo, perché io non sono venuto a Modena per fare il presidente, ma perché sono stato spinto”. Intanto sarebbe interessante capire da chi o cosa il signor Caliendo sia stato “spinto” a fare il presidente del Modena; inoltre, questa frase ci ricorda quando, giusto due anni fa, giurava e spergiurava di essere solo un consulente della società, mentre in realtà possedeva gran parte delle quote di ACGF ed era in procinto di girarle alla lussemburghese WPC di sua proprietà.

3) Sugli scopi della sua presenza a Modena: “Ho messo la faccia nel Modena perché voglio il bene per questo club e lo voglio a tal punto che ho coinvolto anche la mia famiglia in questa operazione”. Qui sarebbe necessaria una bella riflessione sul senso della parola “coinvolgere”, che in questi giorni viene usata molto spesso in riferimento ad inchieste giudiziarie che toccano il nostro territorio; ma si andrebbe per le lunghe, quindi preferiamo proporre, così per gioco, una versione modificata della frase: Ho messo la faccia nel Modena perché voglio il bene per la mia famiglia, e lo voglio a tal punto che ho coinvolto anche il Modena in questa operazione. Non suona bene?

4) Sulla possibile cessione della società: “Quanto chiederei per la cessione? Tutti i soldi che ho investito negli ultimi due anni, questa è la cifra”. A parte che non è una cifra, qui si apre un altro capitolo molto complesso, perché da quando Caliendo è presidente del Modena i bilanci sembrano fatti apposta per non far capire se, come, quando, da chi e da dove siano stati immessi soldi nelle casse della società. Senza contare che qui Caliendo afferma di aver speso dei soldi (“da quando ho in mano il club ho sempre messo i soldi di tasca mia”) e di volerli indietro, il che contrasta con le sue roboanti dichiarazioni sui bilanci in attivo, nonché con la famosa frase pronunciata al suo arrivo a Modena: “Solo gli stupidi perdono soldi nel calcio”.

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